Esserci
questo ‘non sapere’ rivelato permette al poeta di entrare tra le fessure del pensante, sradicando la parola da quei valori univoci e monocordi del quotidiano per divenire arte del vissuto (proprio e altrui) dove desolazione e piacere non sono che rette parallele in un incontro senza misura-
La parola poetica è luogo presenza l’esserci,nel territorio della scrittura nel dire carsico e condiviso nelle tonalità sillabiche nel suono degli a-capo Nella poesia si costruisce nel frammento un percorso organico d’amore.
Il testo ci rimanda sempre a un luogo oscuro alla profondità del senso, all’origine della parola; da questo principio la parola o la sua antiparola si fa poesia: monade di un ascolto-corrispondenza sentimentale in cui il fiore non è più strappato alla terra ma alla terra reso decapitato.
E' il canto che si trasforma in voce e nell’incidere in silenzio un silenzio costituito da oscillazioni cambi in cui cancellazione non è mai assenza in cui i corpi sonodentro e mai “ipotesi di un nome” ma “immagine (di sé)” in un continuo perpetuo
pensare il linguaggio è l’impossibilità di nominare .
La sola creazione è l’immagine pensata il non visto che si dà il tutt’uno tra due specchi due cammini gli infiniti percorsi la mimesi di una fine giunta e per questo corpi uniti da radici uniche di una rosa simbolo/testimone di un tempo effimero dove tutto finisce dove l’amore si trasforma in amore
Ora vivo nell’invisibile in un nascondimento nel rifugio della vita mascheramento del vivibile:
carnalità è acqua liquido è carne non afferrabile ma solo il fluire nel tempo di fronte a uno sguardo, e allora le grammatiche, i normali procedimenti comunicativi,tutte le strutture segmentali non hanno forza, non sono convinte di morire sul serio.
Lla morte offre più possibilità nella morte ancora ci si può permettere un errore nella prossima morte”
in procedere; il tempo – minuto calcolo d’ore– è misurazione della dimenticanza una musica nella trasparenza nel vuoto lo sguardo ,la vita non è più capacitata a dare vita-
La linea è il centro la concentrazione dei punti la somma degli attimi,e la gola cavità del suono della rappresentazione attraverso la parola: il respiro in nero sapere divenire nulla per possedere il tutto nell’annichilimento del proprio essere nell’amore si arriva alla possessione dell’amore. Possessione senza possesso in un tempo finito ancora in movimento un tempo come lamina del vissuto su cui scivolano le idee in sospeso i “propositi fatti a parole”.
E la casa è cassa, né finestre, né vento neppure più parole scritte solo corpo nella ripetizione illimite per restituire il pensiero nella parola.
Per non morire di ciò che ci riduce
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