venerdì 27 luglio 2012

Differenza e identità



Ci siamo a lungo interrogate sul motivo che ci ha spinto a pensare e raccontare la differenza e l’identità femminile. E non abbiamo trovato altre risposte se non questa, la più semplice eppure la più autentica: il tema della differenza si è imposto naturalmente, in quanto tema che ci appassiona proprio perché ci riguarda. “Pensare la differenza” parla di noi.
  Differenza e identità
Ci siamo a lungo interrogate sul motivo che ci ha spinto a pensare e raccontare la differenza e l’identità femminile. E non abbiamo trovato altre risposte se non questa, la più semplice eppure la più autentica: il tema della differenza si è imposto naturalmente, in quanto tema che ci appassiona proprio perché ci riguarda. “Pensare la differenza” parla di noi.
            Raccontare eccede la realtà, ridisegnandone sempre nuovi e inattesi significati, anche se forse non esaurisce il compito di far essere attraverso le parole: non riesce fino in fondo a dar conto di luoghi, presenze, colori, pensieri, incontri….!
            L’intero progetto può essere così riletto come preziosa tessitura di dialoghi e relazioni.
            E questo scambio non dovrebbe interrompersi mai, come testimonianza, desiderio di continuare, negli anni, l’esperienza avviata oggi.
            Mi pesa essere una donna: una donna ha pronunciato questa frase. “Mi pesa essere una donna” sarà la traccia di un’ultima opacità o di un residuo anacronismo, ma segna in ogni caso una asimmetria, un modo duplice di stare al mondo, di sentirsi pienamente partecipi di esso e insieme straniere.
            Essere donna è un fatto, nel senso in cui Hannah Arendt nominava la nudità e irrevocabilità di ciò che è, di ciò che accade e che non è in potere dell’agire umano di cambiare. La nascita è per Hannah Arendt il prototipo della nudità di ciò che è, in quanto incarna l’accadere nel suo aspetto di miracolo, di irruzione del nuovo, dell’imprevisto nella regolarità dei processi naturali e insieme attesta la durata, la persistenza e preesistenza di un mondo senza la cui accoglienza e ospitalità ogni novità sarebbe scaraventata nel vuoto e destinata a naufragare. E’ un dato di fatto nudo e irrevocabile che nascano uomini e donne e che non l’Uomo, ma uomini e donne abitino la Terra in una dimensione originaria di pluralità e di essere insieme. Ma nel momento in cui quel nudo dato di fatto accade nella sua qualità di evento unico e irripetibile – “sono una donna, è accaduto qualcosa” .
Gloria


Spunti di riflessione
    E’ un dato di fatto nudo e irrevocabile che nascano uomini e donne e che non l’Uomo, ma uomini e donne abitino la Terra in una dimensione originaria di pluralità e di essere insieme." Oggi del resto non si tratta più di rivendicare parità ma di essere in grado di attuare il superamento del paradigma soggetto-oggetto e di riconoscere l’elemento dinamico del femminile, inteso come non coincidenza fra sé e sé. Si tratterebbe di una sorta di femminismo della differenza, il considerare l’altro “termine” in una relazione di scambio e di transizione reciproci ci ha rese davvero libere.
    Deborah

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